Orvieto

La forza dell'arte

Questo antico centro riesce ad ammagliare il visitatore prima ancor che vi ci ponga piede. Arrivando ad Orvieto infatti salta subito agli occhi la sua posizione panoramica arroccato su un altopiano di tufo circondato da grandi calanchi e coronata dalla maestosissima cattedrale.
Come Civita di Bagnoregio, Orvieto infatti ha visto il proprio terreno argilloso franare tutto intorno innalzandolo al di sopra del territorio circostante divenuti ormai grossi calanchi. La città si trova in provincia di Terni, in Umbria proprio al confine con il Lazio, distante dal Lago di Bolsena poco più di 20 chilometri.
Orvieto è sicuramente famosa per il suo Duomo, considerato tra i più belli d’Italia, per il suo centro storico e per le bellezze storico artistiche che vi si trovano. La sua posizione e gli ottimi collegamenti (importante stazione ferroviaria e autostrada) la favoriscono elevandola come uno dei più importanti centri turistici di tutta l’Italia centrale.

Un po ‘di storia
L’origine di Orvieto è da ricondursi ad epoche lontane, quando lo scenario geologico che caratterizzava l’Italia centrale era quello di una grande distesa d’acqua e terre poche emerse.
I diversi sistemi vulcanici che si svilupparono da queste terre emerse e la loro azione eruttiva generarono enormi ammassi di roccia e colate di magma. Si ritiene che un processo simile abbia generato la rupe su cui oggi poggia la città di Orvieto.
Nei circa tremila anni di storia della città si sono susseguite diversi popoli che hanno lasciato segni indelebili.
In primis la civiltà Etrusca che conobbe un periodo di grande splendore ed importanza così da diventarne il fulcro e l’abitato più importante del vasto territorio dell’Etruria. Difatti, la città, che in epoca etrusca si chiamava  Velzna, conobbe un periodo irripetibile, di grande prosperità. Questa civiltà ha lasciato ad Orvieto molte tracce della sua esistenza, su tutti la Necropoli del Crocifisso del Tufo .
Orvieto rimase per lungo tempo la terra degli Etruschi fin quando gli stessi non subirono l’invasione dei Romani e la città, dopo un lungo assedio, venne distrutta e saccheggiata perdendo molto del suo prestigio.
I Romani, vista la difficoltà avuta nella conquista di Velzna, vollero distruggere ed isolare la città trasferendone la popolazione. La rupe fu abbandonata mentre, i territori intorno, invece, beneficiando della presenza di fiumi allora navigabili, come il Paglia ed il Tevere, mantennero un ruolo più attivo e centrale legato a Roma.
Con la fine dell’impero romano e le invasioni barbariche, l’intero territorio orvietano abbandonato, conobbe un susseguirsi di brevi dominazioni da parte di svariate visualizzazioni. Questo periodo perdurò fino all’alto medioevo fino a che la città, grazie alla crescente presenza del Papa, cominciò a riprendere vita assumendo, nuova, nuova importanza. Così, mentre la città, seppur tra contrasti interni, si stava consolidando come potente e libero Comune, nel 1157 una delegazione papale firmò un trattato con Orvieto formalizzandone cosi l’investitura; nel 1199 il nobile romano Pietro Parenzo fu scelto dal Papa come rettore e primo podestà di Orvieto, evento questo che sancì l ‘”assoggettamento” della città umbra al Papato.
Nel periodo medievale (1200) Orvieto visse nuovamente un periodo di grande benessere e potere arrivando ad assoggettare i territori circostanti fino alle coste del Mar Tirreno.
ll periodo di benessere e prosperità di Orvieto durò fino al 1348 anno in cui un’epidemia di peste e le mai sopite lotte politiche interne (prima tra le potenti famiglie dei Monaldeschi e Filippesch, i poi tra i vari rami della vincente famiglia Monaldeschi), posero fine all’esperienza di Orvieto come Comune Libero e Città-Stato. Così la città perse la sua indipendenza ma rimase comunque sotto lo Stato Pontificio. Da questo momento, e fino alla fine del 1700, Orvieto subì nuove e profonde trasformazioni dal punto di vista architettonico; di quest’epoca sono infatti la ricostruzione della  Fortezza Albornoz , la costruzione del  Pozzo di San Patrizio (1527) e numerosi interventi di restauro e costruzione di nobili palazzi rinascimentali. Lo sviluppo e la rinascita della città si consolidò e trovò ulteriore slancio dall’anno 1860, quando Orvieto, entrò a far parte del Regno d’Italia.

Cosa vedere
Il Duomo è una cattedrale romanico-gotica considerata dai critici d’arte tra le più belle d’Italia.
La costruzione della cattedrale, dalla struttura grande ed imponente, ha visto impiegare 300 anni di lavori. Fu commissionata in seguito al  miracolo del Corpus Domini  avvenuto a Bolsena . La chiesa annovera diverse attrattive artistiche come la  Cappella Nuova,  con il ciclo di affreschi del Giudizio universale di  Luca Signorelli , la facciata con le incisioni delle scene del Nuovo e Vecchio Testamento, le  porte di bronzo  di  Emilio Greco , il  rosone del XIV sec.  dell’Orcagna ed i muri esterni  caratterizzati da bade orizzontali di travertino bianco e basalto grigio-azzurro.
Oltre al Duomo Orvieto vanta molteplici motivi per una visita tra cui va segnalata tutta la passeggiata per il centro storico .
Altre chiesette medievali meritano un accenno, come quella di  San Lorenzo in Arari  con le pareti affrescate con immagini del martirio del santo omonimo e il particolare altare ricavato da un’originaria ara sacrificale etrusca. San Giovenale  riporta innumerevoli affreschi del XIII-XV riporta una vista meravigliosa.
La cittadina propone diversi musei. Il Museo dell’opera del Duomo in cui è mostrata una collezione di tesori donati nel tempo al Duomo tra cui dei dipinti di  Lorenzo Maitani  e le sculture di  Andrea Pisano. Il  Museo Archeologico Faina  e il  Museo Civico  in cui sono esposti rispettivamente una collezione di resti etruschi e antichi manufatti greci; Museo d’Arte Moderna Emilio Greco , in onore dell’omonimo scultore siciliano realizzatore delle porte bronzee della Cattedrale.
Per i visitatori occasionali è tappa obbligatoria il Pozzo di S. Patrizio . Il pozzo fu architettato da  Antonio da Sangalloper volere di papa Clemente VII all’inizio del XVI Sec. Il suo scopo era l’approvigionamento idrico sufficiente all’interno della città in caso di attacchi esterni. Il pozzo, particolare per le sue due scalinate disposte ad elica con ben 248 scalini ciascuna è una meta famosa per la tradizione che ne aleggia intorno: un lancio della monetina nella sua profonda gola in cambio di un desiderio.
Il quartiere medievale è la parte più antica della città, offre scorci suggestivi che testimoniano i trascorsi storici e merita sicuramente una visita.
Infine è bene ricordare ai più appassionati di storia ed arte la Necropoli del Crocefisso di Tufo. La necropoli riporta numerose camere mortuarie costruite con imponenti blocchi di tufo e sulle loro architravi sono incisi i nomi dei defunti che ospitano.

Eventi principali
La città di Orvieto offre diverse attrattive socio-culturali ed enogastronomiche.
Prima tra tutte è l’appuntamento invernale – annuale con l’ Umbria Jazz Festival , cinque giorni in cui è possibile assistere a numerosi concerti Jazz dislocati un po ‘ovunque all’interno del centro storico. Atmosfera suggestiva, buona musica e una calda accoglienza rendono il festival una delle manifestazioni più gradite tra tutti i giovani del circondario.
I primi di aprile si festeggia il Miracolo del Corpus Domini  in cui la  processione religiosa  per le vie del centro storico è arricchita dal bellissimo  Corteo Storico con i suoi 400 costumi finemente riprodotti da artigiani locali. A questi si aggiunge il  Corteo delle Dame  alla vigilia della festa, circa 150 abiti storici che sfilano per le vie accompagnate da musica e danze medievali e sbandieratori, ed i  banchetti medievali  all’interno degli antichi chiostri del centro storico in cui è possibile degustare un tipico menù medievale a lume di candela in compagnia di buona musica e di un’atmosfera molto romantica.
Orvieto è anche famosa per la festa della Palombella con la quale la cittadina è solita festeggiare annualmente la Pentecoste. La festa prevede un rituale alquanto bizzarro: una colomba  bianca è legata ad una raggiera e sospinta da razzi discende lungo un cavo che collega il tiburio della  Chiesa di San Francesco  e un  Cenacolo che viene opportunamente allestito davanti all’ingresso maggiore della Cattedrale .
Infine il Palio dell’Oca è un’altra manifestazione tipica orvietana in cui si vuole ricordare gli antichi giochi in piazza tra cui la cruente gare dei cavalieri che si lanciavano in corsa verso la loro meta, ovvero un oca appesa ad una fune a cui si doveva staccare la testa. Oggi, in ricordo di quei giochi si assegnano due riconoscimenti: il Palio di Contrada,  aggiudicato alla Contrada vincitrice ed il  Paliotto individuale, assegnato al cavaliere vincitore assoluto della gara.